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ASP Don Cavalletti: fate presto!

La decisione sul futuro dell’ASP non può più essere rinviata.

Nel consiglio comunale di giovedì 4 febbraio si è discusso di ASP Don Cavalletti, uno dei nodi principali della nostra comunità, una questione irrisolta da molti, troppi anni.

Come prima cosa ribadiamo con fermezza la nostra convinzione che il Don Cavalletti debba rimanere pubblico.
L’esternalizzazione alla cooperativa è l’unica soluzione a cui ci opponiamo senza possibilità di mediazione. La cooperativa non è il male assoluto, ma significherebbe il totale ritiro del pubblico nell’assistenza agli anziani del nostro territorio.
Una vergogna politica. 

Continuiamo a preferire ASP, è noto. Come è noto che non esistono le condizioni politiche perché accada e per una questione puramente economica.
Si era parlato del conferimento del servizio ad ASC Teatro Appennino e ora anche quell’ipotesi è tramontata.
Nel consiglio comunale di giovedì il sindaco di Carpineti ha annunciato di aver deciso di creare un’altra ASC da solo o con chi ci sta.
Finalmente, non possiamo dire altro.

Carpineti possiede l’83% di ASP Don Cavalletti e quella quota andava fatta valere molto prima. Con tutto il rispetto per le persone e per i ruoli, chi possiede lo 0.2% di un’azienda fa atto di presenza, chi possiede il 9% esprime opinioni, chi possiede l’83% ha l’onore e l’onere di decidere, lo statuto glielo consentiva e glielo consente, soprattutto se, lo diciamo con chiarezza, non si capisce bene quale sia l’intento o l’interesse degli altri soci.
La concordia in politica non è per forza un valore, non è possibile che con una quota così larga si sia cercata per forza l’approvazione degli altri soci.
Se quell’approvazione non arriva, si deve decidere da soli. 

Il problema è prima di tutto politico. Sappiamo bene quanto incida sulla tenuta delle ASP la legge regionale che le regola e che le costringe di fatto a una difficoltà finanziaria perenne, ma in questi anni sul Don Cavalletti non è stato fatto nulla di concreto per risolvere la situazione.

Si sono fatti studi per determinare se fosse conveniente l’esternalizzazione alla cooperativa, altri per capire se scegliere un’ASC, tavoli tecnico-politici che hanno avuto come unico risultato reale quello di arrivare alle elezioni amministrative del 2019 e poi del 2021. Abbiamo letto comunicati unitari dei sindaci della montagna in cui si diceva chiaramente che sul Don Cavalletti non si vogliono mettere soldi da bilancio (gli stessi sindaci che invece, correttamente, ripianano ogni anno il bilancio di ASC Teatro Appennino).

Con una delibera del luglio 2020 i sindaci hanno detto ad ASP di non stabilizzare l’apparato amministrativo, pur mantenendo i servizi essenziali, perché si sarebbe presa una decisione entro ottobre 20. Non è accaduto nulla.
A gennaio 2021 si è istituito un tavolo tecnico politico che doveva decidere entro aprile 2021. Non è accaduto nemmeno questo.
La politica si è data scadenze che non ha rispettato, quella stessa politica che non si è nemmeno riunita in assemblea per discutere delle dimissioni della presidente di ASP e che in parte non ha ancora pagato la sua quota del debito fuori bilancio deliberato anni fa

La situazione è seria, non più sostenibile, la struttura ha bisogno di una ristrutturazione non banale e ci sono gravissime carenze gestionali, riconosciute ormai anche dalla stessa maggioranza di Carpineti e dagli organi di governo del Don Cavalletti.
Problemi che derivano dall’assenza di una decisione.
Il piano di compressione dei costi (drastico, effettuato anche grazie ai sacrifici chiesti ai dipendenti) avrebbe dovuto portare a una decisione nel 2019, anno in cui aveva portato il massimo dei risultati.
Non aver deciso allora costerà, numeri alla mano, più di 100.000 euro. 

E non si dica che è colpa del COVID, scusa ormai buona per tutte le stagioni.
Si poteva decidere entro il 2019 o all’inizio del 2020, prima che scoppiasse la pandemia e con la pandemia la politica ha continuato a riunirsi e decidere in tutte le sedi, dal vivo e online, proprio perché il suo ruolo è affrontare i problemi e le emergenze, non farsi sopraffare. Non si trattava di organizzare uno spettacolo in un teatro, solo di svolgere il proprio ruolo.

La politica sta dicendo ad ASP cose inconciliabili: cercate il pareggio di bilancio (il che significa risparmiare 80.000 € all’anno per ripianare le tasse), non vi vogliamo dare soldi, non stabilizzate il personale (con un massiccio e ovvio ricorso agli interinali e conseguente aumento dei costi).
La contraddizione è evidente.

Ora la trasformazione in ASC richiederà la chiusura di debiti e crediti, un conto non banale che costerà molti soldi, malgrado quello che si è detto nel corso degli anni e che, alla prova dei fatti, non è risultato vero. E ci auguriamo anche che non sia vero lo stupore dei sindaci per la situazione di debiti e crediti, perché la situazione è di fatto la stessa da molti anni e sono proprio i sindaci che da anni approvano i bilanci in assemblea e non vogliamo nemmeno immaginare che non li leggano o non sappiano farlo.

Abbiamo chiesto e ottenuto che la decisione finale venga presa entro il 30 giugno, scadenza fondamentale per riuscire a riunire i due nuclei.
Ci auguriamo che venga rispettata. E lo chiediamo, qui come in consiglio comunale, al sindaco di Carpineti. Gli ospiti di quella struttura si meritano il miglior servizio possibile.
Decida adesso, faccia presto.
E possibilmente faccia la cosa giusta.

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