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L’ASC Appennino reggiano non ha pagato i contributi ai dipendenti in comando del Don Cavalletti

Come per gli stipendi ASP ha anticipato di tasca propria, ma il continuo compensare i mancati rimborsi di ASC ha portato all’esaurimento del fido e a una lunga sospensione del conto corrente..

È passato meno di un mese da quando si è discusso del mancato pagamento da parte di ASC Appennino reggiano di una parte degli stipendi 2023 dei dipendenti in comando da ASP, per una cifra che ha superato abbondantemente i 200.000 euro, soldi che ASP ha anticipato per garantire gli stipendi e che il vero datore di lavoro non ha rimborsato.

Oggi scopriamo che oltre agli stipendi ASC non ha pagato ai lavoratori neppure i contributi relativi ai mesi di novembre 2023, dicembre 2023 e gennaio 2024.
La continua assenza di pagamenti da parte di ASC ha reso insostenibile la situazione bancaria di ASP che, lo ricordiamo, non ha più la CRA in gestione e quindi non ha nessuna entrata se non i rimborsi di ASC e che non dovrebbe mettere di tasca propria nemmeno un euro su stipendi e contributi dei dipendenti.

Il conto corrente è stato bloccato alla fine del 2023 e solo da pochissimo è stato riattivato, consentendo ad ASP di tentare, di nuovo con risorse proprie e con l’aggiunta delle penali del caso, di pagare i contributi mancanti, riportando comunque in rosso il conto corrente.
Una situazione gravissima, insostenibile e incomprensibile.

Le domande di un mese fa sono ancora tutte sul tavolo e la situazione attuale le rende più urgenti.
Cosa succederà ai contributi dei prossimi mesi, visto che la situazione bancaria di ASP non consente più di compensare l’assenza di versamenti di ASC?
Chi restituirà i 30.000 euro di interessi che ASP sta pagando per causa altrui, visto che ASC dopo aver creato il problema dice di volerne rimborsare solo 5.000?
E, di nuovo, ancora e con maggiore decisione, che cosa ha fatto e sta facendo il sindaco Borghi per impedire questo disastro? E perché ASC non paga?

Ricordiamo che nel 2023, per il servizio di CRA, ASC ha incassato dall’AUSL e dagli ospiti circa due milioni. Sufficienti di sicuro per coprire gli stipendi di tutto il personale.
Eppure ASC non ha pagato, costringendo ASP a compensare fino al limite dell’esposizione bancaria, del tutto in deroga a ogni patto scritto e votato dai comuni e utilizzando, di fatto, ASP come una banca a cui attingere per finanziarsi.
A chi sta facendo da banca ASP e di conseguenza il comune di Carpineti?

Sembra che a lungo ASC non abbia chiesto all’Unione dei comuni i soldi che le deve. Perché?
C’è una crisi di liquidità dell’Unione? C’è qualche comune che non paga per i servizi centralizzati? ASC non è in grado di rendicontare all’Unione quello che fa?
Sono tutte domande che ci facciamo e che continuiamo a fare.
Per quanto tempo resteranno senza risposta?
Per quanto tempo il sindaco Borghi si accontenterà di non ricevere una risposta? Cosa deve accadere ancora perché prenda posizione pubblicamente e in maniera inequivocabile?

Il compito di un sindaco è preservare gli interessi del proprio comune e dei propri cittadini.
Si stanno usando impunemente e nel silenzio più totale le finanze del comune di Carpineti. Se la strada è questa, il futuro del Don Cavalletti è di essere regalato al comune di Castelnovo, senza nessun potere in merito anche alle peggiori decisioni e con l’aggravante di accollarsi il milione di euro per finanziare la struttura.

Non pagare i contributi ai dipendenti è grave dal punto di vista finanziario e penale, una mancanza di rispetto gigantesco nei confronti di una forza lavoro che è il cuore pulsante del servizio del Don Cavalletti, una forza lavoro che ha dato tutta la sua vita professionale a quella struttura e che, per una volta, si merita le sicurezze che le sono dovute.

In aggiunta a questo disastro avanza il problema dei consigli di amministrazione di ASP e di ASC.
In ASP si configura un conflitto di interessi gigantesco.
Il mandato della presidente Codeluppi è scaduto e quindi di fatto il vertice di ASP è il presidente dell’assemblea dei sindaci, Enrico Bini, che è anche al vertice dell’assemblea dei sindaci di ASC. Se chi deve rimborsare e non rimborsa e chi deve incassare e non incassa sono rappresentati dalla stessa persona, il problema ci pare evidente.

Uno dei consiglieri di ASC invece si è dimesso di recente, ne sono rimasti due soli attivi e uno dei due sarà molto probabilmente costretto a lasciare a breve per motivi politici. Da oltre un anno si attende la nomina di ulteriori due consiglieri, nomina richiesta in statuto e mai effettuata.

Un disastro che sembra non avere fine e su cui il silenzio è assordante.

Ci chiediamo di nuovo cosa ne pensano le forze politiche, comprese quelle che siedono in maggioranza nei comuni e che avrebbero avuto il potere di cambiare le cose.  Ci auguriamo che non arrivino, belle come il sole, fra qualche mese, in campagna elettorale, a fornire ricette più o meno fantasiose su un problema di cui non si sono occupate se non a parole.

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