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Su ASC e il Don Cavalletti nessuna inesattezza, solo fatti a cui nessuno risponde

Quattro comunicati, due spiegazioni, una del presidente Sassi e del sindaco Bini e una del sindaco Borghi. E nessuna risposta alle nostre domande. O perché non ci sono o perché non si vuole rispondere. Qualcuno addirittura finge che non siano state poste.

Leggiamo con un certo stupore le quattro risposte al nostro allarme sul mancato pagamento dei contributi ai dipendenti, comprese le preoccupazioni sulla gestione del Don Cavalletti in ASC da parte di chi su quella gestione non ha mai detto una parola.

Le poche righe del presidente Sassi e del sindaco Bini sono quasi un atto dovuto e a loro ricordiamo che quando si accusa qualcuno di scrivere “inesattezze”, serietà vorrebbe che si specificassero, altrimenti si finisce nel campo delle parole sparse al vento.
I dati che abbiamo riportato derivano tutti da accessi agli atti e interrogazioni in consiglio comunale e arrivano direttamente dalle fonti, in larga parte la stessa ASC Appennino reggiano.
Dobbiamo forse pensare che l’azienda fornisce dati inesatti?

Se l’inesattezza, invece, è quella citata dal sindaco Borghi – che decide di far sentire la sua voce in autonomia, forse perché non è d’accordo? – riportiamo la risposta a un accesso agli atti ricevuta da ASP Don Cavalletti in data 23/02: “da dicembre 2023 l’ente tesoriere non ha più concesso l’anticipo di tesoreria e ha sospeso l’operatività del conto corrente”.
Il sindaco Borghi sa benissimo che il conto aveva usato tutto il fido – altro che in rosso! – ed è stato riattivato solo perché i comuni hanno versato i corrispettivi del debito fuori bilancio e che quanto versato è bastato solo per pagare i contributi di novembre.
Ogni tanto bisognerebbe attenersi ai fatti.  

Il sindaco Borghi dice che in ASC ha tutelato gli interessi di tutta l’Unione.
Si sono chiesti, lui e la sua maggioranza, se gli interessi di Carpineti sono gli stessi dei suoi colleghi sindaci?

È un fatto che ASC non ha rimborsato oltre 200.000 euro di costi del personale, anticipati da ASP che non ha entrate, fino all’estrema conseguenza della chiusura del conto e del fido. Il sindaco Borghi dice che verranno liquidati fra oggi e domani. Sarebbe ora, visto che risalgono al 2023 e sono mesi che lo sollecitiamo, inutilmente, a recuperarli.
È un fatto che ASC ha incassato nel 2023 circa 2 milioni di euro fra rimborsi sanitari AUSL e rette degli ospiti.
È un fatto che non sono stati pagati i contributi ai dipendenti comandati da ASP per i mesi da novembre 2023 a gennaio 2024. O che si sia dimesso uno dei tre consiglieri di ASC e che nessuno abbia mai nominati i due aggiuntivi richiesti. O che la presidenza di ASP sia vacante.
È un fatto – a proposito del dialogo costante con i dipendenti – che è stata Carpineti Civica a informare i dipendenti della situazione dei loro contributi, visto che nessuno aveva pensato di farlo. E chi oggi ha deciso di chiedere spiegazioni in aula poteva farsi la domanda quando era il momento, invece di occuparsi di altro.

Quanto al fatto che il mancato pagamento di quei contributi sia una situazione che oggi risulta superata, sappiamo per certo che martedì 12 marzo ASP ha pagato di tasca propria i contributi di novembre 2023, mentre sono ancora scoperti quelli di dicembre 2023 e gennaio 2024. In ogni caso, anche se fossero stati versati oggi, arrivano con un ritardo preoccupante a sanare problemi oggettivamente gravi su cui sarebbe stato il caso di spendere due parole, magari con un’ammissione di colpa, invece di archiviarli in modo così sbrigativo.
D’altra parte non è stata data nessuna risposta a nessuna delle domande che abbiamo formulato e quando a una domanda precisa non si risponde, esistono solo due possibilità: o non si ha una risposta o non la si vuole dare. Difficile scegliere quale sia l’ipotesi migliore.

Hanno ragione il presidente dell’Unione e il sindaco di Castelnovo, il passaggio di ASP in ASC non è una soluzione cervellotica. È il compimento di un processo di anni, discusso in molte sedi, approvato dai consigli comunali e dell’Unione. Un processo che aveva un preciso piano economico finanziario che ASC non ha seguito, generando perdite non necessarie, e su cui la politica non ha vigilato.
Quella stessa politica che approvava i bilanci in rosso di ASP, che si è sempre preoccupata solo di metterci meno soldi possibile, che non ha mai voluto ripianare il deficit annuale del Don Cavalletti – meno di 100.000 euro da dividersi in sette comuni –, che dice di aver a cuore il benessere degli ospiti e oggi tira in ballo la difficile situazione economica che ha ricevuto in eredità da se stessa.

Di certo non ci rassicura il riferimento al “nuovo assetto” che dovrebbe superare tutti i problemi e ci piacerebbe che proprio il presidente dell’Unione e il sindaco di Castelnovo, che insieme possiedono ASC, dicessero pubblicamente e con chiarezza che non hanno nessuna intenzione di esternalizzare il servizio alla cooperativa, una volta che ASP sarà estinta. E che il sindaco Borghi si tuteli perché la decisione ultima resti comunque in carico a Carpineti.

Leggiamo anche che il PD di Carpineti e la sua consigliera di minoranza avrebbero espresso fin dall’inizio che ASC non sarebbe stata in grado di svolgere il compito che gli si conferiva. È strano perché da quando il servizio è passato in ASC non hanno detto una parola sulla nuova gestione, così come oggi non hanno nulla da dire sulle domande che abbiamo posto e che continuano a restare inevase. È vero, occorre parlarne in consiglio comunale. Condividiamo talmente tanto che abbiamo portato in aula molte volte la questione della gestione di ASC, senza che ci fosse nessun commento, nessun atto, nessuna domanda, nessun comunicato in merito.

Diamo, infine, il benvenuto nel dibattito su ASP e ASC al centrodestra della montagna, che dopo aver taciuto per cinque anni interi decide di intervenire per la prima volta sulla questione, ovviamente in periodo elettorale, dimostrando tutto il suo interesse.

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